Pensavo di scrivere in copia a Grillo e a Colombo il giorno seguente, ma
non sapevo come la mia missiva potesse avere subito visibilità e m'è
passata la voglia.
Poi Marco ha scritto una
lettera aperta al Direttore su l'Unità e ha espresso un pò tutto quello che avrei voluto
dire, sicchè ho pensato vabè fortuna qualcuno gliel'ha fatto notare.
Ora che ho per caso un blogghettino lo scrivo.
L'8 Luglio ero a Piazza Navona.
Ho
accettato l'invito rivolto a tutti da Flores, Colombo e Pardi, e sono
andato là in treno partendo dalla Toscana per un solo motivo:
esserci. Rappresentare
me stesso. Non mancare. Lo dovevo alla mia Coscienza perchè era in quel
momento l'unico modo per dirle "IO non mi faccio prendere per il culo".
Inoltre la mia presenza avrebbe fatto sì che fossimo n+1 in Piazza e
quando il totale avesse raggiunto un numero ragguardevole, le coscienze
avrebbero reso conto
non solo a se stesse ma all'Italia che
osservava che inizia ad esserci un popolo che non è Pdl/Pd/P(x), ma
PI (Popolo io) o
PCNSFPPPIC (Popolo che non si fa più prendere per il culo).
Per
questo mi è dispiaciuto che per i miei gusti ci fossero un pò troppe
bandiere, visto che la maggior parte della Piazza non era lì a mio
parere per parlare di politica. Ho invece amato cartelloni satirici
scritti da gente comune, ho con piacere offerto allo scatto di un
fotografo freelance il dettaglio della mia mano che reggeva la
Costituzione, unica bandiera che avevo portato con e oltre a me per
approfondirne i contenuti in viaggio.
La manifestazione è
riuscita alla perfezione. Dimostrazione ne sia la bagarre esplosa nei giorni a seguire a tema
NIENTE.
L'8 Luglio doveva essere (ed è in buona parte stata) un segnale forte di
presa di coscienza dei singoli, scevra
nei limiti di connotazione politica (meglio, partitica), non
suscettibile a pretestuose manipolazioni, dimostrazione pura di
presenza, volontà e con ciò assunzione di responsabilità personale.
Tale e quale è stato il segnale mandato dai singoli interventi sul palco (più che altro solo
talquale,
a parere di Berlusconi che dal G8 di Tokio ha sprezzantemente dichiarato a una
giornalista che chiedeva un commento sulla Piazza:
"Se Lei permette, della spazzatura mi occupo a Napoli. Nessun altro commento [...]", con studiata lapidarietà degna del miglior Al Pacino nel ruolo
del boss con le palle).
Purtroppo, proprio
sul finale, il valore della mia presenza e della partecipazione della
Piazza, è stata a mio parere depauperata dall'
intervento del Sen. Colombo, a mio vedere ripeto assolutamente eccessivo e svilente le individualità che costituivano la Piazza. A seguire le frasi
che non ho gradito sono citate fra virgolette.
Ho trovato
scorretto
l'attacco tra le righe a Grillo: la manifestazione ha avuto il successo
che ha avuto senza ricorso ai mass-media grazie alla strada imboccata
con successo da Grillo per informare e riunire le
persone, l'auto-organizzazione via internet. Già solo per questo sarebbe
stato fuori luogo dargli contro in modo così netto.
Ho trovato
anacronistico
continuare a reputare il termine "vaffanculo" una volgarità, svuotandolo
inoltre della sua apparentemente paradossale valenza morale (non
moralizzatrice). Grillo sosteneva in uno spettacolo che i mafiosi
strozzavano per ignoranza, perchè conoscendo pochi vocaboli, non
riuscivano a sostenere una discussione e quindi strozzavano. Estremo ma
efficace, come molte delle espressioni e semplificazioni
a la
Grillo. Una persona sana di mente, di cultura nella norma e orientamento
civile e democratico che, esasperata dalla situazione, dopo averle
provate tutte, ormai cosciente dell'inutilità di
dialogo, dialettica, razionalità di fronte all'arbitrarietà che permea
ogni azione della controparte, erompe in un "vaffanculo",
dimostra di non essere un violento, non passando alle maniere forti, ma manifesta e dichiara, con
l'ultimo termine verbale incontaminato disponibile,
chiusura dei rapporti e volontà di aprirne nuovi e diversi, perdita di
fiducia, acquisita coscienza di sè e del proprio valore e con essi delle
proprie responsabilità. Mette un
punto a capo,
non manifesta ma si manifesta. Ed
è bizzarro pensare che, letto in quest'ottica, il "vaffanculo" o il far
sentire senza troppi giri di parole la propria voce debba creare una
"situazione di illegalità, una situazione nella quale si dice che i
cittadini non esistono". Mi pare esattamente l'opposto.
Ho trovato
ingenuo, svilente e paralizzante
sostenere e credere che "Berlusconi ha un avversario solo: il capo dello
Stato [...] perdere di vista che l'unica persona con cui alla fine si
dovrà confrontare Berlusconi e le sue leggi, resta il Presidente della
Repubblica, resta Giorgio Napolitano, è stupido e sbagliato, è volgare ed
è improprio, è umiliante e fuori posto"
ingenuo: sbaglio o
Napolitano ha firmato senza dire nè a nè ba diverse leggi umilianti per
l'Italia ed ogni singolo cittadino del paese dall'8 Luglio ad ora?
svilente
e paralizzante: cosa c'eravamo a fare in Piazza? se il solo che può è
Napolitano, è svilente per Noi; se siamo qui a sostenerLo a suon di
"forza Napy", è svilente per Lui, come per Lui è svilente il pensare che
non sappia reggere una critica (per inciso, Morfeo, a significare persona
che non reagisce con forza quando ce ne sarebbe il bisogno e rimane
legato alla necessità di un assoluto rispetto della forma quando la
controparte avanza a suon di scorrettezze e atteggiamenti informali o
peggio, è - per l'appunto - una critica, non un insulto).
considerazioni personali en passant: spesso è il contesto che permette il perdurare di una situazione, e con esso l'ostinarsi a pensare che le sue regole formali, che
in passato si sono dimostrate strumenti risolutivi, siano le uniche che
ci possono salvare. soprattutto ove vi sia chi le regole infrange
continuamente, è necessario "sputtanarlo". non è credibile pensare di
poter cambiare la situazione dal suo interno col rispetto assoluto
delle regole che per onestà rispettiamo, ma di cui con grave ignavia
abbiamo legittimato la violazione da parte altrui. a volte è necessario
piegare le regole formali al buonsenso per ripristinare proprio il
rispetto delle regole, ridefinire il contesto e migliorare la
situazione. l'italiano negli ultimi anni ha travisato tutto ciò pensando
mi metto allo stesso livello anch'io, e non pensando mi abbasso
momentaneamente a quel livello per risollevare la situazione mantenendo
però ben saldi i miei principi e senza rischiare di rimanere
intrappolato nel gioco. assimilare il contesto imposto da altri e farlo
proprio porta nei singoli alla schizofrenia, è curioso notare come possa
accadere anche in macro sistemi quali la società un processo analogo.Ma
ciò che mi ha fatto ribollire il sangue è stata la chiosa. Dopo aver
detto che bisognava non sbagliare bersaglio, dare fondamentale
importanza alla cancellazione della legge sulle impronte ai Rom e aver
detto quanto sopra, Colombo ha chiesto un applauso per Napolitano; e si
badi, anch'io ho applaudito: ma non mi sarei mai aspettato di sentir
proseguire "In questo modo voi avete detto che cos'è veramente questa
piazza". (
aggiornamento al 5/2/2009: considerato quanto successo ad oggi, non avrei applaudito)
Si sbaglia, sig.Colombo. Io ero la Piazza, la Piazza era
me, era una Voce unica di voci distinte e nessuno doveva permettersi non
di esprimere punti di vista per quanto più o meno condivisibili, ma di
dare una definizione di cos'era e cosa non era quella Piazza. A quello
ci avrebbero pensato i media il giorno dopo. Il Suo è stato un
involontario ma discreto contributo al loro lavoro.
Queste cose
Le ho in parte espresso di persona quando abbiamo parlato dopo la
manifestazione, in parte no perchè c'era altra gente che La seguiva per
lodare il Suo intervento e che ovviamente dissentiva con me e Lei mi è
sembrato ancora troppo preso dalle emozioni del momento, tanto da
allontanarsi prima ancora che potessi chiarirLe che ho assoluta stima e
rispetto per Lei, ma che non per questo accetto di sentirmi ettichettare
addosso un pensiero o il motivo di una mia azione. Questo sono io che lo
stabilisco e solo io voglio avere il permesso di parlarne, assumendomene le responsabilità.
Ora Le ho più o meno detto tutto, e chissà che non mi arrivi anche un Suo commento sul blog.
Ciao a tutti
Cé